Terza Sala (Primo piano)

La terza sala del Museo Anatomico è dedicata agli organi interni (Fig.re 1,2,3). Questa sala rappresenta il nucleo primitivo del Museo. Infatti dopo il periodo napoleonico, a partirer dal 1817 l'arciduca d'Austria Este Francesco IV decise di ampliare i locali destinati all'insegnamento  delle discipline mediche e dispose l'innalzamento di un nuovo piano al già esistente edificio del Teatro Anatomico nel quale sarebbe stato realizzato il Museo Anatomico. Nel 1822 per iniziativa del professore di anatomia Alfonso Domenico Bignardi fu costruita questa prima sala che, a lavori ultimati delle altre sale, costituirà la terza sala del Museo Anatomico.

 

 

 

 

Fig. 1  Panoramica della terza sala del Museo Fig. 2  Panoramica della terza sala del Museo Fig.  3  Panoramica della terza sala del Museo

 

Nella vetrina posta sul lato destro del visitatore che entra nella sala, una statua anatomica (che riunisce parti vere con parti ricostruite) evidenzia la rete nervosa periferica, i tratti principali del sistema arterioso, l’esofago e la trachea (Fig. 4). La vetrina  dedicata all’apparato respiratorio conserva, fra i pezzi più interessanti, i modelli di bronchi e bronchioli, ottenuti con iniezioni pirometalliche (metallo fuso), ed il preparato relativo al primo tratto dell’apparato respiratorio. Da notare la collezione di 385 cervelli in paraffina, appartenuti ad individui deceduti nel carcere di Castelfranco Emilia ed i cui scheletri, scomposti, costituiscono la Collezione del professor Giuseppe Sperino (1850-1926) (Fig. 5).

 

Fig. 4  Rete nervosa   Fig. 5  Cervelli conservati in paraffina

 

Interessante è la splendida riproduzione in cera di un tronco di giovinetto con evidenziati gli organi della cavità toraco-addominale, probabilmente realizzata da Remigio Lei nel suo periodo di apprendistato a Firenze (1863) (Fig. 6). Tre vetrine sono invece dedicate al sistema circolatorio: nella prima vi è un preparato per essiccamento di un fanciullo, mostrante i tratti principali della circolazione sanguigna. Nelle rimanenti, particolarmente importante è il modello di testa e tronco di bambino, con arterie e vene ben evidenziate. Altre due accolgono campioni relativi agli apparati urogenitali femminile e maschile.

 

Fig. 6  Tronco di giovanetto in cera (Firenze 1863)

 

Da segnalare il bacino di una donna gravida (Fig. 7), conservato per essiccamento, preparato da Antonio Scarpa, probabilmente il reperto più antico del Museo Anatomico e alcune cere molto belle, rappresentanti il bacino femminile e relativi apparati, durante la gravidanza. Sono esposti statue anatomiche di adulti mummificati con evidenziati i diversi apparati. Al centro della sala si trovano poi due vetrinette, che nella parte superiore mostrano preparati per iniezione metallica dei vasi sanguigni di diversi tessuti. Vi sono inoltre un tronco sezionato di adulto, con la circolazione arteriosa e venosa in evidenza, e le componenti cardiocircolatorie di un bambino. Infine, in una vetrinetta, è conservata una cera rappresentante un tronco di adulto, sezionato ventralmente a mostrare gli organi della uropoiesi (secrezione urinaria). Da notare infine, fra la III e la IV sala, due quadri espositivi con pezzi di pelle umana tatuata. Lo studioso Cesare Lombroso riteneva i tatuaggi particolarmente interessanti, in quanto connessi al livello di criminalità dell’individuo (Fig. 8).

 

 

 

Fig. 7 Utero gravido essiccato eseguito dallo Scarpa Fig. 8 Pezzi essicati di pelle umana tatuata