Atrio antistante il Teatro (Piano terra)

Lasciato il portico alle spalle, si entra nell’atrio del Teatro. L'incisione (Fig. 1)  tratta dal  periodico Il Mondo illustrato giornale universale del 1847 mostra l'atrio così come ancora oggi si presenta (Fig. 2); a destra è visibile l'ngresso all'ex laboratorio, a sinistra la porta che dà all'ex sala degli esercizi ed alla scala che porta su al Museo Anatomico, al centro la grande porta, che originariamente fungeva da ingresso del Teatro e ai lati di essa due porte che danno all'arena del Teatro.

 

Fig. 1 Incisione dell'atri dell Teatro Anatomico tratta da un periodico del 1847.

 

L'atrio  è ornato da busti in cotto di quattro illustri anatomisti e docenti dell’Università di Modena, collocati all’interno di nicchie ricavate al di sopra delle porte che si affacciano sul vestibolo. I busti, eseguiti nel 1774 dallo scultore pesarese Sebastiano Pantanelli, raffigurano: Gabriele Falloppio (Fig. 3), Jacopo Berengario (Fig. 4), Bernardino Ramazzini (Fig. 5) e Francesco Torti (Fig.6). Tali busti mantengono ancora la collocazione originaria. La lapide marmorea (Fig. 7) posta sulla porta centrale ha invece sostituito il busto di Antonio Vallisneri (Fig. 8) che è stato trasferito all’inizio della scala di accesso al piano superiore. Anche quest’opera è stata eseguita dal Pantanelli.

 

Fig. 2 Atrio del Teatro prima del restauro del 2018 Fig. 3 Busto di Gabriele Falloppio prima del restauro del 2018 Fig. 4 Busto di Jacopo Berengario prima del restauro del 2018

 

L’iscrizione della lapide commemorativa, datata 1818 e dettata dal successore di Scarpa Santo Fattori, ricorda la realizzazione del Museo Anatomico da parte del Duca Francesco IV d’Austria Este. Conclusosi, infatti, con la restaurazione degli Estensi il travagliato periodo di dominazione francese (1796-1814), l’Università di Modena cominciò a riprendere vita; il duca Francesco IV decise di ampliare i locali destinati all’insegnamento dell’anatomia e per dare un’adeguata sistemazione ad un primo nucleo collezionistico di preparati anatomici, ordinò l’innalzamento di un nuovo piano all’edificio del Teatro Anatomico per la realizzazione di un  Museo Anatomico, uno dei primi musei della città. Per dare accesso al piano superiore fu necessario costruire una scala e se ne ricavò lo spazio sacrificando una parte dell’area dell’ottagono del Teatro, quella prospiciente il porticato; in tal modo il Teatro venne ad assumere una pianta irregolarmente esagonale, che conserva a tutt’oggi.

 

Fig. 5 Busto di Bernardino Ramazzini prima dell restauro del 2018 Fig. 6 Busto di Francesco Torti prima del restauro del 2018 Fig. 7 Lapide commemorativa del 1818

 

Tale scala fu in seguito demolita quando nel 1852 venne realizzata la scala curva adiacente all’ultimo vano a sinistra dell’atrio, ancora oggi utilizzata per accedere al Museo Anatomico (Fig. 9). Prima di giungere alla scala che si apre sulla sinistra dell’atrio è possibile osservare altri busti: Lazzaro Spallanzani (Fig. 10), opera di Remigio Lei, tecnico del Museo dal 1858, Paolo Mascagni e Antonio Caldani.

 

 

 

Fig. 8 Busto di Antonio Vallisneri prima del restauro del 2018 Fig. 9 Pianta Teatro con modifiche dopo il 1815 Fig. 10 Busto di Lazzaro Spallanzani prima del restauro del 2018